Dieci quadri di Hopper per dieci storie

Michele Mozzati, scrittore e autore teatrale e televisivo, è partito proprio da quei due temi così cari a Hopper per le storie contenute nel suo nuovo libro “Luce con muri“, pubblicato da Skira. Dieci storie che ignorano una cronologia precisa, ambientate ai tempi di Hopper, nel nostro presente o in epoche non definite, ma tutte accomunate dalla sua voglia di “farci entrare” dentro il quadro.

di Giuseppe Fantasia

“Se potessi esprimerlo con le parole, non ci sarebbe più nessuna ragione di dipingerlo”

La luce e la solitudine, una scintilla sensoriale e quella condizione umana provata da molti per tutta o buona parte dell’esistenza. Nessuno come Edward Hopper (1882-1968) è riuscito a rappresentarli al meglio, sulla tela o su altre superfici, e nessuno come lui è riuscito a creare quel giusto mélange tra le due, dando una visione della vita sfuggente quanto frammentaria. Michele Mozzati, scrittore e autore teatrale e televisivo, nonché condirettore dell’arcinota agenda Smemoranda, è partito proprio da quei due temi così cari a Hopper per le storie contenute nel suo nuovo libro (il primo che pubblica da solo, tutti gli altri con Gino e Michele), Luce con muri, pubblicato da Skira.

Un titolo che – come spiega – rappresenta l’essenza della pittura di questo grande artista presentando, tra l’altro, dieci racconti, ognuno sollecitato da un suo quadro. Dieci storie che ignorano una cronologia precisa, ambientate ai tempi di Hopper, nel nostro presente o in epoche non definite, ma tutte accomunate dalla sua voglia di “farci entrare” dentro il quadro, tra memoria e fantasia, “entrambe necessarie per vivere”.

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