Alla Luce di Roma, in mostra le scenografie fiamminghe e il Barocco a Roma (fino al 26 febbraio)
Inaugura all’Istituto Centrale per la Grafica (via della Stamperia, 6) una grande esposizione promossa dal Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma e l’Academia Belgica. Pubblichiamo l’Introduzione al catalogo: un omaggio di Marcello Fagiolo alla memoria di Giorgio Leone coideatore della mostra.
CENTRO DI STUDI SULLA CULTURA E L’IMMAGINE DI ROMA
Presidente Paolo Portoghesi · Direttore Marcello Fagiolo
Direzione: c/o Accademia Nazionale dei Lincei, via Lungara 10, 00165 Roma
tel. 06-689.3758 · cs.rom2@gmail.com · www.culturaimmagineroma.it
ALLA LUCE DI ROMA
I disegni scenografici di scultori fiamminghi e il barocco romano
(lunedì-sabato, ore 10-19)
Il Direttore del Centro di Studi
Marcello Fagiolo
Le declinazioni dell’effimero tra Roma e i Paesi bassi meridionali
Marcello Fagiolo*
Fra le tematiche proposte nella Mostra vorrei porre l’accento sull’effimero come laboratorio di sperimentazione artistica e come sintesi delle arti, qui efficacemente trattato nei saggi di Giulia Fusconi e di Alain Jacobs (rimando anche al mio approfondimento sui catafalchi romani).
La festa come opera d’arte: si tratta di una nuova visione interpretativa attraverso cui la festa è stata assunta sempre più consapevolmente nel territorio delle arti visive, sia perché nel suo insieme è una vera e propria opera d’arte (al modo dello Stato rinascimentale proposto dal Burckhardt) sia perché alla festa partecipano svariati operatori artistici (per limitarci ad alcuni nomi romani, ricorderemo Bernini, i Rainaldi, i Fontana, Sacchi, Algardi, Pietro da Cortona, gli Schor, Pozzo, Fuga, Vanvitelli) insieme a grandi poeti, musicisti e altri intellettuali (tra gli ispiratori dei programmi iconografici prevalgono gli eruditi religiosi e gli esponenti di accademie e circoli culturali).
Il tessuto connettivo degli artigiani della festa è stato ricostruito – estendendo il concetto e la portata della unità delle arti visive – individuando le numerose specializzazioni: capomastri, pittori, scenografi, argentieri, indoratori, intagliatori, cartapestai, stuccatori e plasticatori, fuocaroli, argentieri, carpentieri, falegnami e mastri d’ascia, fabbri, tappezzieri, sarti, ricamatori, maestri di corami, ceraioli, pasticceri, maestri d’armi, artiglieri, giardinieri, e così via fino ai danzatori, ai cantanti, ai musicisti, agli orchestrali.
A fine Seicento verrà messo in scena a Palermo un concerto delle Arti allargato fino all’inverosimile: Architettura, Scultura, Filosofia, Geografia, Geometria, Orografia, Meccanica, Trigonometria, Oratoria, Arte della Pesca, Prospettiva, Alchimia, Astronomia, Tessitura, Fonditura, Pittura, Catoptrica, Musica, Ferreria, Stampa, Magnetica, Topiaria, Gioielleria, Ricamo, Floreria, Aritmetica, Botanica, Zecca, Costruzioni, Nautica, Idraulica, Pirotecnica, Poesia (queste le personificazioni che appaiono in un apparato del 1694 in onore di S. Rosalia).
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