La “street photography” non esiste. Parola di un fotoreporter

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Ci sono due modi per fotografare una città. Uno è quello del foto-reportage, con le sue infinite declinazioni sia in termini di contenuto che di stile. L’altro è rappresentato dalla fotografia d’architettura, a sua volta interpretata in molteplici maniere. La caratteristica del primo è quello di avere come soggetto principale la gente. I palazzi, le strade, l’arredo urbano, sono solo il contesto in cui si svolgono le azioni umane. La caratteristica del secondo è quella di raccontare invece una città, e la sua storia, attraverso le sue architetture. E in questo caso a fare da sfondo o a essere del tutto assente è la gente.

Mi piace fotografare le città in entrambi i modi. E mi sto cimentando da qualche anno in due progetti distinti (ma in qualche modo uniti) con cui voglio raccontare le città contemporanee. Ma oggi voglio parlare in particolare di quando si fotografa una città con lo stile del fotoreportage. E quindi del mio progetto A walk in… finora portato avanti a Londra e Parigi, ma prossimamente anche in altre città d’Europa.

A walk in… non è nient’altro che la storia di una passeggiata in città. La registrazione di quello che di volta in volta mi colpisce – uno scorcio, un’atmosfera, uno sguardo, un gesto che riesce a riempire all’improvviso l’obiettivo. Mi piace vagabondare senza meta, indugiare da qualche parte guardando la gente e poi ripartire: quando fotografo una città in stile da reportage a comandare è il mio istinto di uomo ancora prima che di fotografo.

Sorgente: La “street photography” non esiste. Parola di un fotoreporter | Nicola Ughi

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