Le “aerotropoli” del futuro

Tra venti o trent’anni vivremo tutti in città efficientissime e superconnesse sorte attorno agli aeroporti? dal blog Proof

di Janna Dotschkal – fotografie di Giulio Di Sturco

Giulio Di Sturco era a Bangkok per realizzare un profilo di John Kasarda, uno dei maggiori esperti mondiali di aviazione, quando ha sentito per la prima volta la parola “aerotropolis”, un concetto coniato nel 2012 dallo stesso Kasarda.

“Gli ho chiesto di cosa si trattasse, e lui ha iniziato a descrivermi questo nuovo tipo di megalopoli, città intelligenti direttamente collegate agli aeroporti. Ho smesso di pensare al suo ritratto e mi sono entusiasmato all’idea di dedicare un progetto a queste città, questo stile di vita del futuro – l’effetto che avrebbe avuto su di noi, sul mercato, sul nostro modo di vivere, di viaggiare…”.

Nella foto, uno scorcio dei Gardens by the Bay, il grande parco urbano che fa parte del progetto di riqualificazione verde di Singapore. Il vicino aeroporto di Changi, che dà lavoro a 15 mila persone e genera 4,5 miliardi di dollari di entrate l’anno, è un elemento vitale dell’economia della città-Stato.

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Così Di Sturco si è messo in viaggio e ha iniziato a cercare aerotropoli in giro per il mondo. Le ha trovate in Corea del Sud, a Singapore, a Bangkok, a Hong Kong e ad Amsterdam. La prima è stata New Songdo, in Corea del Sud, nel 2011 (nella foto).

La città era stata costruita da poco e appariva desolata, lontana da tutto. Quando Di Sturco è tornato due anni dopo, la scena era del tutto diversa: “Molte persone vi si sono trasferite grazie agli sforzi del governo. Ora ci sono le migliori scuole private del paese, spuntano sempre più bar e ristoranti: la città ha preso vita”.

Sorgente: Foto Le “aerotropoli” del futuro – 1 di 14 – National Geographic

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