Tra le meraviglie dei fondali del canale di Lembeh

Mille piccole magiche creature marine nelle fotografie di Davide Lopresti

di SARA MORACA

All’inizio, sul fondale, si può intravedere solo della sabbia nera. Un ambiente molto diverso dalle variopinte barriere coralline, che a prima vista potrebbe sembrare ostile e privo di vita. Tra le sabbie vulcaniche dei fondali di Lembeh si nascondono invece le più incredibili forme di vita marine. Al centro del Triangolo dei Coralli, l’area marina a più alta biodiversità al mondo compresa tra la Thailandia, la Malesia e le Filippine, s’insinua il canale di Lembeh, divenuto celebre per le singolari creature che lo popolano. Largo dai 200 ai 1.200 metri e lungo 12 chilometri, Lembeh costituisce un habitat naturale unico, un braccio di mare dove le acque del Mar di Celebes e del Mare delle Molucche si mescolano e ospitano pesci dalle livree originali, che si mimetizzano con tutto ciò che si trova sul fondo, come foglie, rami e piccoli anemoni. Il fondale marino è privo di alghe e per gli animali diventa particolarmente difficile sfuggire ai predatori; molte di queste creature sono osservabili solo di notte, momento nel quale si sentono al sicuro dai pericoli e fanno capolino dai propri rifugi.

Splendidi cavallucci, nudibranchi, granchi decoratori e gamberetti pulitori sono solo alcuni degli endemismi qui presenti, animali che popolano queste acque e che non si possono osservare in nessun’altro posto al mondo, che per buona parte devono essere ancora studiati e catalogati.

 

Visitare Lembeh significa avvicinarsi a un tipo di turismo marino diverso dal solito. Un turismo che richiede attenzione e rispetto per i tempi degli animali che popolano queste acque, che spesso escono dalla propria tana dopo ore passate sotto la sabbia. Mentre i reef corallini abituano il turista a una moltitudine di creature, qui si scopre il piacere di un’esplorazione i cui ritmi sono scanditi dalla natura stessa. Una natura particolare, dominata dai cosiddetti critters , minuscoli organismi perfettamente adattati alla vita su piane omogenee, che offrono uno spettacolo meno convenzionale di quello che si potrebbe osservare su qualunque barriera corallina, ma non per questo meno straordinario.

«L’attenzione dei turisti tende a focalizzarsi sulle creature marine più grandi. Tesori come Lembeh permettono di comprendere che anche habitat meno convenzionali e differenti possono offrire un’esperienza turistica interessante», commenta Federico Betti, biologo marino dell’Università di Genova e diver esperto della zona.

Le magiche creature marine nelle foto di Davide Lopresti

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Sorgente: Tra le meraviglie dei fondali del canale di Lembeh – La Stampa

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