Le storie dei profughi in mostra al Moma di New York

L’esibizione Insecurities: tracing displacement and shelter, in corso fino al 22 gennaio al Museum of modern art di New York, nasce da missioni, incontri e progetti nei campi profughi di tutto il mondo, dallo Sri Lanka all’Iraq passando per Lampedusa. Leggi

di Vincenzo Giardina

“Sotto il sole del deserto possono andar bene le tende Ikea, infiammabili, o le scatole di metallo donate dal Qatar per i campi giordani, dove la temperatura supera i 45°?”. A chiederselo è Sean Anderson, il curatore di Insecurities: tracing displacement and shelter, una mostra in corso fino al 22 gennaio al Museum of modern art (Moma) di New York.

Il suo ufficio è tappezzato di bozzetti, disegni e fotografie. Accanto alla vetrata con vista sulla 53ª strada, tra Central park e il Rockefeller center, ci sono delle scuole di bambù installate al confine tra la Thailandia e la Birmania. Anderson sorride e parla di un incontro difficile. Da una parte il museo, con regole, riti e spazi sospesi fuori dal tempo; dall’altra il mondo esterno, con più di 65 milioni di profughi e una crisi che ogni giorno mette alla prova cinque continenti.

La mostra nasce da missioni, incontri e progetti nei campi profughi, dallo Sri Lanka all’Iraq passando per Lampedusa. Designer e architetto, con studi dalla Los Angeles university alla Normale di Pisa, Anderson ha selezionato proposte e immagini che suscitino dubbi e stimolino le coscienze. “Il museo può diventare advocate”, spiega, “battersi per una causa”.

Sorgente: Le storie dei profughi in mostra al Moma di New York – Vincenzo Giardina – Internazionale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

18 − 5 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.