Entra nel mondo degli orsi polari grazie agli scatti di una grande fotografa
Come forse saprai se stai seguendo un corso di fotografia, o sei semplicemente un appassionato, esiste un settore di questa disciplina che non consiste solo nel realizzare bellissimi scatti naturalistici, o nel manifestare la voglia di stupire l’osservatore, come nella fotografia microscopica.
È ciò che in inglese si definisce conservation photography. Possiamo definirla fotografia ambientale: messo da parte ogni narcisismo, chi scatta reca testimonianza di interi ecosistemi o delle abitudini di animali che sono da proteggere, come i panda, o gli orsi polari.
Daisy Gilardini è una fotografa ambientale svizzera che vive in Canada, ha esplorato più di 60 Paesi con la sua macchina fotografica ed è un’appassionata delle regioni polari. Più che di una passione, come ammette lei stessa, si tratta quasi di una dipendenza. Un’ossessione incentrata proprio sugli orsi polari, di cui documenta le abitudini da decenni.
Il territorio prediletto da Gilardini per fotografare gli orsi bianchi è la Baia di Hudson all’altezza del Manitoba (Canada), in autunno e in inverno, quando la temperatura è rigidissima. Specialmente all’interno del Parco Nazionale Wapusk (parola che in lingua cherokee significa appunto “orso bianco”). Lì, dove è anche possibile assistere allo spettacolo dell’aurora boreale, vive una popolazione di almeno 1000 esemplari. Vediamo le foto più belle scattate da questa bravissima fotografa.
GLI ORSI POLARI
Diffusa intorno al polo nord, quella dell’orso polare è la specie più settentrionale degli Ursidi. Dal manto bianco-gialliccio, in quanto plantigrade l’orso bianco può alzarsi sulle zampe posteriori fin da cucciolo, postura che assume per giocare o per spaventare un aggressore.
Gli orsi polari possono resistere sott’acqua anche due minuti e si cibano essenzialmente di foche. Hanno un senso dell’olfatto sviluppatissimo. La bellissima foto qui sotto di Gilardini, ammessa al concorso del National Geographic “Nature Photographer of the Year 2017”, ritrae in un paesaggio quasi astratto proprio un orso polare che fiuta l’aria prima di partire a caccia di cibo.
La Baia di Hudson è un ambiente che ghiaccia molto presto. Gli orsi polari, animali solitari specialmente in estate, iniziano a uscire e talvolta a raggrupparsi nel tardo autunno, dove è possibile vedere e fotografare giovani maschi giocare, o lottare, o starsene per conto proprio.
All’inizio della primavera invece escono le femmine, dopo aver trascorso l’inverno in caverne di neve, dove partoriscono a febbraio-marzo. La temperatura è rigidissima (intorno a -50°C), ma le foche partoriscono anch’esse in questo periodo: dunque c’è gran quantità di cibo disponibile per i piccoli orsi bianchi.
Mamma orsa è molto protettiva con i suoi piccoli, anche perché i maschi, poligami, sono privi di istinto paterno e rappresentano un pericolo per i loro stessi figli.
Gilardini si ritiene una fotografa privilegiata. In quanto fotografa ambientale, ritiene suo dovere sensibilizzare il pubblico allo sviluppo di una solida coscienza ambientalista. Ma nello stesso tempo è un piacere per lei farlo attraverso la fotografia, immortalando la bellezza delle specie a rischio come gli orsi polari. Considera il suo lavoro, insomma, come un apparato non solo decorativo delle questioni importanti che la scienza ci pone quotidianamente riguardo la tutela ambientale.
Sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook di Daisy Gilardini trovi moltissimo materiale fotografico interessante. Circa 250 bellissimi suoi scatti sono archiviati sul sito del National Geographic.
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