È incredibile dove si possa arrivare con un 4 in storia dell’arte, un’immaginazione bacata, e una sega elettrica.

Questa è la frase che Damien Hirst pronunciò ricevendo il Turner Prize alla Tate Gallery di Londra nel 1995. Una provocazione ironica. In risposta a tutti i critici che sottovalutavano le sue opere. D’altra parte Hirst è stato, ed è tutt’ora, uno dei più grandi provocatori del mondo dell’arte.

La sua stessa carriera nacque come una provocazione. Fin da subito i suoi lavori furono molto criticati, ma il magnate Charles Saatchi vide invece del talento in quel giovane artista britannico. E decise di sovvenzionarlo senza limiti economici. Permettendogli di sviluppare i suoi progetti in totale libertà. E rendendolo l’artista vivente più quotato al mondo.

C’è chi lo definisce “il Johnny Rotten dell’arte“, e chi invece rivede in lui degli echi di Andy Warhol. Sicuramente è stato l’artista superstar di questi ultimi due decenni.

L’infanzia e gli inizi della carriera

Nato a Bristol nel 1965, ma cresciuto a Leeds con la madre, Hirst non dimostrò alcun interesse per l’arte fino alla fine del liceo. Era sempre stato un ragazzo turbolento, e disinteressato allo studio. Frequentava la scena punk, che alla fine degli anni Settanta stava sconvolgendo l’Inghilterra.

Dopo due arresti per taccheggio, però, la madre lo spinse a prendere in mano la sua vita, e a scegliere un’università che potesse farlo sentire appagato. Fu così che il giovane Hirst decise di iscriversi alla facoltà d’arte della Goldsmiths University.

Il mondo universitario rappresentò un grande cambiamento. D’un tratto Hirst divenne uno studente proficuo, e il suo unico interesse divenne il mondo dell’arte. Cominciò a frequentare gruppi di avanguardia artistica dell’università: ad organizzare mostre, ed eventi culturali.

Maggiori informazioni sono reperibili sul sito personale www.damienhirst.com

Ecco alcune opere

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