Architettura, atto creativo che da forma alle idee dell’uomo, intervenendo in uno spazio. Spazio, ambiente misurabile in cui l’uomo può vivere e muoversi naturalmente. Natura, forma vegetale e prima manifestazione dello spazio fisico che va a cresce ed evolvere continuamente. Ogni cosa del sistema “natura” genera movimento, dalle particelle organiche ai materiali, e il moto degli elementi crea dinamicità e cambiamento. L’architettura diventa così lo spazio controllato dall’uomo che, come la natura, deve assecondare la dinamicità concettuale e fisica del tempo. In questo ambito, l’architetto giapponese Sou Fujimoto trova un’identità e opera il suo lavoro progettuale.


Sou Fujimoto, originario della regione di Hokkaidō in Giappone, si forma in un primo momento nel un contesto natale caratterizzato da valli e boschi, e successivamente a Tokyo per seguire gli studi di architettura, dove conosce uno spazio fisico artificiale, quindi un ambiente opposto alla regione in cui è nato.

Natura e Città due ambienti in antitesi da cui scaturiscono emozioni affini.

“A Tokyo si è circondati da “tante piccole cose”, ossia tanti edifici e volumi di piccola scala che creano un ambiente in cui sentirsi a proprio agio. Nella città si possono scegliere numerosi percorsi e cambi di direzione cosi come in un bosco o in un ambiente naturale e spontaneo.” – Sou Fujimoto.