Matteo Arfanotti nasce a Sarzana nel 1974, diplomandosi presso il Liceo Scientifico, si laurea in Architettura nel 2004 presso l’Università degli Studi di Firenze. La sua passione per l’Arte, oltre agli studi praticati sulle varie tecniche, lo spinge a sperimentare da solo vari sistemi e a cercare una propria forma artistica, senza subire troppo influenze accademiche. Arfanotti studiando a fondo pratica così metodi sempre più innovativi, dal disegno alla pittura, dalle installazioni alle scenografie e dall’architettura al design. Nel corso della sua vita si rese conto della sua linea artistica di appartenenza. Solo attraverso diverse esperienze e le tante sfide affrontate è riuscito a raggiungere l’arte che più lo rappresentava, partendo da un percorso esclusivamente individuale, esplorando dentro di sé il linguaggio artistico che gli apparteneva. Alla fine del suo cammino arrivò all’arte che più gli appartiene che è quella del Body Painting, raggiunta nel 2010. Il mondo che inizia a esplorare lo lascia incantato per la straordinaria capacità di dare vita alle proprie opere su una tela un po’ insolita rispetto alla classica idea di “tela”conosciuta da tutti. L’idea del Body Painting viene dalla pittura su pelle, praticata dalle diverse culture del mondo che hanno utilizzato questa forma d’arte nel corso dei secoli. Il colorare il proprio corpo implica un messaggio: descrive il soggetto diventando un vero e proprio segno d’identità, perché racconta esattamente il proprio modo di vivere. È un incredibile tipo di espressione umana che tutt’oggi è presente in due mondi paralleli: il primo, più antico, utilizzato ancora nelle tribù e da sempre praticato attraverso riti e tradizioni millenarie, l’altro, chiamato “body art“, che è una forma di arte contemporanea. Anche il tatuaggio è una delle forme di body art, ma il body painting , a differenza del tatuaggio, è temporaneo. La pittura del corpo umano è diventata sempre di più una forma d’arte particolarmente affascinante, facendo emergere parti inconsce degli artisti stessi. Permette infatti all’artista di esprimersi liberamente creando sul pitturato una veste che normalmente non gli appartiene, quasi fosse una maschera di carnevale, entrando in connessione con un personaggio fuori dal comune e che non vedeva l’ora di emergere.

Fonte: calandriniana.it

Il pitturato diventa un modello per Arfanotti, che impiega quasi 6/7 ore di lavoro necessario a dipingere un corpo intero, utilizzando la sua pelle come una tela vivente, disegnando rappresentazioni e creature misteriose dai mille colori. Arfanotti nel 2012 diventò Campione Italiano di Body Painting, in seguito, nel 2013, è stato Campione del Mondo di Facepainting e Bodypainting. Ha vinto lo Swiss Bodypainting Art Festival in Svizzera e nel 2014 è stato Vice Campione del Mondo di Ultra Violet Flu Bodypainting e ha vinto il Winter Body Art  Festival in Italia. Ama talmente tanto il suo lavoro che lo ritiene un piacere. Arfanotti s’imbatte in nuove avventure ogni giorno documentandosi su concorsi, progettando e studiando per comporre le sue creazioni, divertendosi a utilizzare vari materiali come il feltro, l’eva foam, la carta, la colla, gli attrezzi a caldo, ecc.

Numerosi altri premi e riconoscimenti si susseguono in Italia e all’estero, aprendogli la strada in cinque continenti. È considerato uno dei maestri più grandi nel Body Painting , viene stimato soprattutto per gli effetti che riesce a dare attraverso la tridimensionalità , e per i volti trasformati in creature quasi “mostruose” dando anche un’illusione del cambiamento sulla base dei connotati estetici della persona che utilizza come tela. La passione e l’amore per l’arte hanno reso Arfanotti l’artista che è oggi, un innovatore in costante sperimentazione che progetta dall’inizio alla fine in ogni particolare tutte le sue opere.

Fonte: s-media-cache-ak0.pinimg.com

Arfanotti è un vero artista a tutto tondo: non si occupa infatti solo di Body Painting, ma anche di sfondi scenografici per spettacoli teatrali , ha realizzato disegni per delle borse e anche delle opere d’arte su tela vera e propria. Si è occupato nel 2005 dello stand informativo del Salone Mobile di Firenze, del Carro di Carnevale per la città di Sarzana nel 2001 e infine ha diretto i lavori di realizzazione della sua casa. Matteo Arfanotti ha creato anche una collezione in continua evoluzione di opere pittoriche chiamata “Scarti d’arte”. E’ un progetto istituito da lui stesso, e si tratta di opere realizzate su supporti che spesso sono considerati veri e propri scarti del sistema produttivo, al quale ha voluto donare una loro nuova identità. I materiali spesso utilizzati sono scaglie di marmo bianco di Carrara, frutto della lavorazione di blocchi o lastre, o antichi coppi, o antiche tegole che per più di un secolo hanno protetto case che oggi sono dismesse o abbandonate, ma che conservano ancora i segni della loro storia. A questi “scarti”, grazie al gesto di un vero artista come Arfanotti, è restituita loro una funzione, facendo rinascere in essi un’opera unica.

Fonte: www.quaz-art.it

Fra tutte le realtà di cui si occupa, la passione più grande di Arfanotti resta, ed è perfettamente percepibile, la pittura. Le sue creature non comunicano direttamente, ma lo spettatore che le osserva rimane incantato come se lo trasportassero in un mondo misterioso, facendogli respirare un’aria magica. Il mondo che si va a esplorare osservando queste creature è quello della fantasia senza limiti di Arfanotti.