Irimia Alexandra Natalia

Spazio e tempo dentro l’obbiettivo

IAN, oltre ad essere una eccellente pittrice, dimostra le capacità di cogliere istanti non solo sulla tela, ma anche attraverso la lente dell’obbiettivo della sua macchina fotografica. Infatti dimostra la sua percezione dello spazio e del tempo immortalando attimi che stanno all’inizio e alla fine di “movimenti”.

Di storie che si svolgono mentre i soggetti, senza muoversi e senza parlare, ma solo occupando un determinato momento raccontano della vita.

La realtà in un istante

Le immagini di IAN sono, in effetti, i pilastri su cui il tempo appoggia i suoi passi, realizzando col movimento il potenziale che è stato nel passato fino a quel momento, per andare poi a diventare quello che sarà il futuro. Un crocevia che viene ineffabilmente colto dalla macchina fotografica, ma soprattutto dalla sensibilità di IAN, a imprimere nella realtà un istante che diventa base per l’eterno.

Le origini

L’artista nasce a Roman, in Romania, il 24 luglio 1987. All’età di un anno prende per la prima volta in mano una matita e a quattro inizia a disegnare le sue opere. A tredici anni scopre lo sfumato a carboncino e da allora questa tecnica diventa il suo marchio di fabbrica, portandola a esprimere sensazioni ed emozioni attraverso le scie di un materiale che ben si adatta al suo modo di essere.

Nel maggio 2004 vince il primo premio con l’opera “The sadness of life”, quindi espone nel suo Paese natale e nel 2005 torna in Italia. Molte sono le tappe importanti nella vita della pittrice, le quali la portano a percorrere il mondo trasformando ciò che vede in pitture sfumate e foto artistiche, arte in cui eccelle grazie a quella innata sensibilità che non l’abbandona mai.

Molti sono i riconoscimenti che ottiene nella sua giovane carriera, portandola a essere, fra gli artisti contemporanei più interessanti ed espressivi, un talento indiscusso

Vengono colti luce e colori, soggetti che diventano protagonisti in relazione al contesto inquadrato e valorizzano lo spazio circostante rendendolo di primaria importanza.

Tutto è primo piano e tutto è contorno. La cattura di soggetti, siano essi immobili o in movimento, contestualizza l’attimo e ne fa risaltare l’essenza effimera.

Ogni scatto racconta una storia e apre la fantasia di chi si immerge, venendo catturato dall’immagine, totalizzando così, in una singola inquadratura, un istante frutto sia dell’attimo che dell’eternità.

Quando si dice immortalare l’attimo, nel caso di IAN, non è un modo di dire.

Che cosa attira la tua attenzione?

Tutto, tutto ciò che mi sta attorno è una fonte d’ispirazione

Il tuo scatto più difficile?

Pfff… difficile dirlo… tra bimbi affamati, gente povera e temporali… Sono tanti scatti difficili per il cuore.

Le prospettive saranno ancora differenti in un futuro?

Non lascerò mai il mio terzo occhio, sempre più “extassy” quindi spero di guadagnare scatti ancora più belli e quindi forse un paio di mostre…

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Irimia Alexandra Natalia

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