Cosa fa di un’opera d’arte un’opera d’arte?

Alda Fendi vuole comprare le scatole usate durante la visita di Rouhani per coprire le statue capitoline. Ma possono delle scatole essere opere d’arte?

di Massimiliano Zane

La vicenda delle statue dei Musei Capitolini coperte da degli anonimi pannelli in cartongesso (per non offendere il presidente iraniano Rouhani in visita a Roma), non è più “solo” un caso che ha toccato la pubblica opinione, il web, la politica, la stampa nazionale ed internazionale; col passare dei giorni il dibattito è arrivato anche a vette di ordine filosofico/estetiche.

A questo proposito, e a cavalcare l’onda di questo incidente si è inserita Alda Fendi. La stilista, infatti, ha dichiarato l’interesse di voler acquistare le due scatole costruite per nascondere le
statue e di inserirle nel progetto “Farsi”, a cura di Raffaele Curi, in quanto, a sua detta: “Quelle scatole sono meravigliose, sono una vera installazione“.

Per comprendere un po’ meglio la portata di queste affermazioni, forse, prima servirebbe porci una domanda: cos’è che fa di un’opera d’arte un’opera d’arte? Ciò che è? Ciò che rappresenta? Il mercato e le sue regole? La critica ed il suo giudizio? L’artista e la sua sensibilità? Il buon vecchio senso comune?

Pragmaticamente verrebbe da dire: un po’ di tutto questo, nel giusto equilibrio, contribuisce a rendere un’opera d’arte tale.

Volendo affrontare l’argomento più nel dettaglio, e adattandolo all’affaire Capitolini/Fendi, ma evitando ulteriori polemiche sulla bontà o meno dell’idea stessa di coprire quelle statue, si possono
fare altre considerazioni.

Sorgente: Cosa fa di un’opera d’arte un’opera d’arte? – Wired

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