Arte sott’acqua: le miniature sottomarine

Jason Isley, fotografo e sub esperto, crea inedite interazioni tra la fauna acquatica e le piccole figure umane, con un occhio alle questioni ambientali e pazienti sessioni per organizzare i set

Un mondo piccolo e invisibile ai più, pieno di meraviglie e incontri inaspettati: è quello creato da Jason Isley, fotografo inglese trapiantato a Sabah, in Malesia, per inseguire la passione per gli scatti subacquei. Isley, che con la sua agenzia di produzione Scubazoo ha lavorato dietro alla telecamera e nell’allestimento di parecchi documentari (dalla Disney a Discovery Channel), si è recentemente lanciato in un progetto personale, che vede miniature giocattolo interagire con la fauna acquatica. Il delicato rapporto tra mondo naturale e giocattoli sottolinea alcuni noti problemi ambientali (come la pesca sconsiderata e l’inquinamento dei mari). Ecco qualche scatto del progetto Small Blue World: Little People. Big Adventures (piccolo mondo blu: piccole persone, grandi avventure).

Isley ha raccontato di essersi annoiato dei “soliti” scatti macro e di averli voluti vivacizzare un po’ con le mini-figure. Ha preso ispirazione dai lavori di artisti che avevano creato simili set fuori dall’acqua e ha applicato l’idea a quello che conosceva meglio: i fondali marini della Malesia. I primi scatti sono stati realizzati nel Tunku Abdul Rahman Marine Park, il parco marino di Sabah (Borneo) vicino a Kota Kinabalu, una riserva incontaminata famosa tra gli appassionati di snorkeling.

Dietro a ogni foto c’è un’accurata progettazione. Dopo tanti anni di immersioni, Isley sa esattamente dove trovare i protagonisti viventi delle sue immagini. Scelto il soggetto, disegna una bozza della scena su carta e acquista le miniature. Poi fa una prova all’asciutto, con pesci giocattolo, e solo a quel punto è pronto per andare sul posto. Nella foto: oggetti “volanti” a confronto.

Ogni posa richiede in media 15 minuti, ma in alcuni casi lo scatto può richiedere più di un’immersione, di un’ora ciascuna. Per questa foto, per esempio, Isley sapeva dove trovare l’anguilla serpente (fam. Ophichthidae): ha acquistato i soldatini e ha allestito la scena.

Buona parte del lavoro consiste nel ricordare dove si è avvistata una determinata creatura. Per quelle più elusive, come questo nudibranchio “multato” per eccesso (o meglio, per mancanza) di velocità, il fotografo sistema le miniature e si allontana, dando il tempo ai modelli di accorgersi degli intrusi.

«La principale difficoltà – spiega il fotografo – è stata ricreare le scene senza il minimo impatto o interferenza con la vita marina, anticipando quello che le creature avrebbero fatto e aspettando la loro cooperazione.» Nella foto, le analisi di delicate strutture, probabilmente uova di una qualche specie.

Altri disguidi sono stati creati dalle forti correnti marine, e dai pesci che avevano scambiato le miniature per cibo: in qualche caso i fotomodelli sono fuggiti con il bottino tra le fauci. Nella foto: due tipi di case “mobili”: il paguro, però, disdegna il mitico pulmino VW.

Le reti fantasma, ossia le reti da pesca abbandonate negli oceani, restano impigliate a reef e fondali e si trasformano in trappola per la vita marina (pesci, in questo caso, ma anche tartarughe, crostacei e mammiferi acquatici). La scenografia di Isley, realizzata solamente con giocattoli, vuole richiamare l’attenzione su questo tema.

L’idea è di arrivare dritti al cuore, con leggerezza e ironia, per far prendere coscienza di questioni come l’inquinamento da plastica nei mari, l’impatto del riscaldamento globale sulla vita acquatica e l’impronta lasciata, persino sott’acqua, dalle attività umane. Nella foto un “verme Bobbit” (Eunice aphroditois), un verme marino che vive con il corpo sepolto nella sabbia: la faringe estroflessibile sporge alla costante ricerca di prede.

Una squadra di pronto intervento interviene su un altro pesce – uno squalo, sembra: le sue pinne sono state danneggiate, sicuramente dalla mano dell’uomo.

Spesso sono gli incontri sott’acqua con gli abitanti dei fondali a ispirare una scena: quando ha scorto un verme tubo (Riftia pachyptila) uscire dalla sabbia, Isley ha capito subito che era il momento di un set “da spiaggia”. E così ha approfittato della “palma” improvvisata.

Certe scene non si possono ordinare “a comando”: questa foto di due pesci mandarini (Synchiropus splendidus) intenti ad accoppiarsi – con tanto di “guardone” – ha richiesto tre immersioni prima di essere completata.

Pesca in compagnia: i mini-pescatori prendono lezione da una rana pescatrice, con l’esca tesa.

Sorgente: Arte sott’acqua: le miniature sottomarine – Focus.it

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